NO AL NUCLEARE, ECCO I MOTIVI !!!

Il Prof.fisico premio nobel Rubbia spiega i problemi del nucleare a Casini




“Entro il 2015 il mercato delle centrali solari termodinamiche farà segnare crescite a due cifre, per un valore globale di 10 miliardi di euro” sono le parole di un dirigete della Siemens, colosso tedesco, che investirà cifre blu nelle tecnologie legate al solare e lo farà proprio in Italia, a Siracusa.

ll pianeta muove verso le energie rinnovabili ed investe tutto in quella direzione, il futuro è là, lo hanno fiutato tutti, anche la Francia che ci ha rifilato una tecnologia nucleare vecchia di trent’anni. Lo stesso Obama nei giorni scorsi ha aperto linee di finanziamento all’automotive per lo sviluppo delle tecnologie no-petrolio.

“Ma l’America è lontana” cantava Lucio Dalla ed effettivamente oggi l’Italia è più vicina all’Iran che non agli Stati Uniti con la mozione n° 1-00155 dei senatori Gasparri, Nania e Dell’Utri che invita il governo, in sostanza, a dirottare gli investimenti dal solare termodinamico al nucleare.

Nel frattempo l’italiano Rubbia in Spagna sta realizzando il progetto di una centrale a ciclo solare termodinamico per cui Siviglia nel 2013 sarà la prima città europea con un distretto di 700.000 abitanti a disporre soltanto di energia solare termodinamica.
Questo Governo è inadeguato, politicamente morto, socialmente anacronistico e guidato da uomini incompetenti e disinteressati a temi come l’ambiente, le energie rinnovabili, la ricerca scientifica e le nuove tecnologie, settori che potrebbero offrire centinaia di migliaia di posti di lavoro altamente appetibili in ambito internazionale. Ed invece l’Italia è ferma, anzi in caduta libera, con un Pil che toccherà per fine anno un -8% nella migliore delle previsioni, una disoccupazione che infrangerà la barriera del 10%, fabbriche ed attività produttive pronte ad abbassare le saracinesche dopo le ferie e finanziamenti miliardari senza obiettivi che affosseranno ulteriormente il debito pubblico. Tutto frutto di una colossale incompetenza che costituirà una pesante ipoteca per il futuro dei nostri figli
Il nucleare morto in culla, non si farà mai, Silvio Berlusconi non taglierà mai il nastro di nessuna centrale, se non altro per questioni temporali, in compenso tutto questo “cinema” sull’energia frutterà qualche miliardo di euro dello Stato e della Comunità europea a qualche impresa filo-governativa, ma costerà agli italiani un ritardo incolmabile nei confronti degli altri Paesi in tema di sviluppo delle energie rinnovabili e, come al solito, andremo a “rimorchio”, in campo energetico, ancora per un paio di secoli.

Dopo le innumerevoli scelte scellerate di questo governo, questa del nucleare è la peggiore. Mentre l'America di Obama, la Germania della Merkel e la Spagna di Zapatero hanno e stanno investendo sulle fonti rinnovabili, l'Italia di Berlusconi decide di investire su un ritorno al passato, su una tecnica pericolosa e costosa, il NUCLEARE. Si proprio lui, quello che nel 1987 è stato cacciato via dai 3/4 della popolazione italiana attraverso un referendum popolare.

Sono mille i motivi per cui la scelta di tornare al nucleare è totalmente sbagliata. Cito solo quelli più importanti:
1) smaltimento scorie; 2) anche se di terza generazione è più pericoloso delle precedenti perchè ha un processo di combustione più rapido quindi in caso di eventuali incidenti gravi ci sarebbero sicuramente più vittime di Chernobyl; 3) si impiegano 10/15 anni per costruire una centrale; 4) le scorte di uranio stanno per finire; 5) i numerosi costi per la manutenzione e il mantenimento delle centrali ma soprattutto il costo dell'uranio che tra una ventina d'anni vedrà triplicare il suo valore visto l'esaurimento dello stesso.

Balle nucleari

Produzione mondiale di energia elettrica

CARBONE 39 % (2002) 37 % (2030)

GAS 17 % (2002) 32 % (2030)

IDRO 17 % (2002) 13,5 % (2030)

NUCLEARE 16 % (2002) 8,5 % (2030)

PETROLIO 9 % (2002) 4 % (2030)

ALTRE RINNOVABILI 2 % (2002) 5 % (2030)

TOTALE 15500 TWh (2002) 31000 TWh (2030)

Dai dati presentati al 19° Congresso Mondiale dell'Energia, nel 2030 la produzione di energia nucleare passerà dal 16% al'8.5%. Come risulta dalla tabella aumenterà la produzione di energia ottenuta con il gas e le fonti rinnovabili, mentre diminuirà quella ottenuta da petrolio, carbone ed idroelettrica.
Ciònonostante aumentano le pressioni del mondo politico ed economico per un ritorno all'energia nucleare.
I sostenitori del nucleare affermano che questo tipo di energia sia sicuro, meno inquinante ed economico.


Non è vero.Non è sicura

Esiste una lunga casistica di incidenti nel mondo (come Detroit, Three Mile Island, Chernobyl, il Superphenix in Francia) che hanno causato disastri ambientali, con centinaia di migliaia di persone esposte alle radiazioni che ne hanno provocato la morte o danni genetici irreversibili.
Se le centrali nucleari sono così sicure per quale motivo non esistono Compagnie Assicurative disposte a stipulare una RC (Responsabilità Civile) per assicurarle?

Non è pulita.

I sostenitori affermano che le centrali nucleari non inquinano perchè non immettono anidride carbonica nell'atmosfera.

Vero.

Ma non si preoccupano di dire che il funzionamento di una centrale e il trattamento e la sepoltura delle scorie radioattive, determinano dei danni all'ambiente molto più gravi e duraturi.

Non è economica.

Non è vero che il costo aziendale dell'elettricità ottenuta con il nucleare sia inferiore a quello dell'elettricità ottenuta da altre fonti. Bisogna infatti includere anche i costi di smantellamento delle centrali nucleari alla fine della loro vita utile e i costi di stoccaggio, nel lungo periodo, del combustibile nucleare e delle scorie radioattive.

Ha ragione il Professor Giorgio Nebbia quando sottolinea la necessità di domandarci se valga la pena di proseguire questa corsa alla produzione di merci ed energia senza chiederci che cosa produciamo, che cosa acquistiamo, cosa accade all'interno delle fabbriche e delle centrali e a cosa servano le merci prodotte.

Un controllo pubblico sugli atti dei Governanti e degli imprenditori ridurrebbe le morti e i danni per gli uomini e costituirebbe un formidabile stimolo per l'innovazione, la ricerca scientifica e per la realizzazione di prodotti in grado di soddisfare i veri bisogni umani che comprendono la sicurezza, il diritto alla vita e la dignità.